Il Su di Dentro
Zavattarello è forse
il paese più storico della provincia
per antichi fatti d'armi,
perciò giustizia vuole
che se ne faccia particolar menzione.
DANIELE BERTACCHI
Monografia di Bobbio, 1859
Come raggiungere il Castello Dal Verme se non passeggiando per le vie dell’antico Borgo, Il “Su di dentro” per gli zavattarellesi, in passato cinto da robuste mura difensive.
Si narra che Zavattarello sia stato il rifugio di disertori romani fuggiti dalla battaglia del Trebbia, vinta da Annibale nel 218 a.C., ma il rinvenimento di reperti più antichi, conservati presso il Museo Archeologico di Casteggio, suggeriscono che il luogo fosse già abitato in precedenza. Il borgo medievale è stato fondato nel XIII secolo e fortificato per volere di Ubertino Landi nel 1264. Al caratteristico Borgo acchiocciolato attorno al castello si accede da Piazza Luchino Dal Verme, proseguendo verso via Marconi, un tempo la strada principale del paese che conduceva fino al maniero in cima alla collina. Piacevoli scoperte vi attendono percorrendo le vie del Borgo, dal “voltone” d’accesso, arco acuto costituito da blocchi in arenaria magistralmente lavorati, alle antiche carceri in uso fino all’Ottocento, al Vicolo dell’Abate che deve il suo nome alla presenza di un antico monastero, nonché uno degli scorci più caratteristici del “Su di dentro”.
ZAVATTARELLO
FAUSTO BIANCOLI
Sui contrafforti preappenninici che dal Penice degradano verso la pianura padana, ameni colli che sgroppano lungo la valle, si erge a circa 600 metri sul livello del mare, e nella zona di mezzogiorno della Provincia di Pavia, il poggio sul quale sorge Zavattarello, tra la vallicola del Morcione e quella più ampia del torrente Tidone.
E' Zavattarello uno ridente borgata che si appoggia ad una specie di piramide di arenaria ricoperta da uno strato d1 conglomerato, dominata dal Castello dei Conti Dal Verme e che si spinge verso un'altura opposto ove è la chiesa parrocchiale dedicata a S. Paolo; il paese è attraversato dalla strada camionale Varzi-Pietragov1noZavattarello che poi si diramò verso Romagnese a sud e verso il Carmine, Casteggio e lo stradellino a nord. T aie conliguraz1one ci ricorda quelle antiche di simili località : un gruppo di case in prossimità della dimora dei feudatari rappresentante ti potere civile, ed altre attorno alla parrocchia, sede del potere spirituale.
Dominato o mezzogiorno dal Monte Calenzone (m. 1150) ed a levante dai poggi così detti dell'acqna salala e delle fornaci, è capoluogo di un numeroso gruppo di frazioni : Bosseda, Cà del Canevaro, Cà del Cagnone, Cò di Rubero, Cà dei Mussi Cà del Marchese, Cà dello Schiavo, Cà di Buscaglia, Cà di Mariclo, Cà d1 S1efanone, Casale, Casanova del Veneziano, Castignol1, Crocelta, Crociglia, Lagagnolo, Molini, Ossenisio, Perducco, Predella, Recrosio, Rossone, Sonsilverio, Tovazza, Valle di Sopra, Valle di Sotto, ed infine Valverde, già sede di Comune ed ora aggregata a Zevaltarello, assieme alle Frazioni di Cese Mombelli ove si trovava il Municipio, Calghera, Casa Ba lestreri, Casa Panatieri, Bozzola e Casa D'Andrino. Tutto questo territorio è assai fertile e ben coltivato; produce cereali d'ogni specie, frutta, legumi, vini di buona qualità ed ha boschi e castagneti tanto che si presta ottimamente quale villeggiatura estiva, col vantaggio anche di un limitato costo di vita.
Vi si svolgono due sagre all'anno, il 25 gennaio e I' 8 settembre e fiere-mercato il secondo e quarto lunedì dei mesi dall'aprile al settembre.
Questa località ha nobilissime tradizioni patriottiche; parecchi· suoi figli diedero la vita per il Risorgimento Nazionale; quarantasette caddero nella grande guerra, uno in Spagna nello lotto contra la barbarie rossa e cinque legionari parteciparono valorosamente alla conquista imperiale.
Comunque queste terra che, sotto il nome di « Zavattarellum » appare in documenti del periodo comunale e signorile, è srala assai disputata nei tempi in cui particolarmente si prestava, per la sua posizione stra tegica, al torneconto dei contendenti.
Frattanto il Marchese Oberto Pallavicina (o Pelavicino), grande capo d1 parie ghibellina, già vicario imperiale di Federico Il e di Corrado IV, che dopo la morte di quesr'ultimo cercovo d1 roggiungere, attraverso le rivalità fra città e porliti una preminenza personale, diveniva nel 1253 podestò e poi signore di Pavia, Cremona e Piacenza, facendo lega con Ezzelllno da Romano contro i Guelti.
Risulta che nel 1268 appartenesse al piacentino Conte Ubertino dell'Andito (de' Landi), uno dei copi, onch·esso di parte ghibellina, il quale da Zavallarello • laciobat maximam guerram cum intrinsecis Placenlìae et eorum sequacibus ... et multa castra hinc inde caplebatur et destruebantur et multi homines capiebantur et interliciebanlur ~. Invano. l'anno successivo, Federico de Andito e Ricio de Lussardi tentarono di impadronirsi del Castello assai ben munito e meglio tenuto, poichè il Conte Ubertino da questa sua base poteva agevolmente permettersi non solo di tener lontani i nemici mo oltresì di predare a suo agio a danno degli innocui vicini.
Tre anni dopo il possesso di questa borgata, ambito in quei tempi anche per i lauti benefici, era ancora conteso fra lo Scotto e Ubertino dell'Andito. Nel 1326 Francesco Scotto, morto il padre, aspirava a sua volta ad averla; ma le sue pretese non ebbero seguito avendone Lodovico il Bavaro investito Manlredo Landi che giò lo teneva, abitando nella Rocca.
Frattanto lo Scotto otteneva dal Pontefice Gi()vunni XXII, in data 7 agosto dello stesso 1326, un 81 eve che veniva a sancire le sue prelese di risarcimento per quanto il padre suo aveva prestato ol Comune di Piacenza, oltre al sacrificio personale. per garantirne la potenza; e delle perdite subite per essere stato privalo del Cnstello di Zavòltarello.
Qualche tempo dopo Zavattarello comincia ad interessare anche Pavia. In quel Caslello in!atli, nel 1358, veniva stipulato un trattalo d'alleanza tro Goleozzo Visconti Signore di Milano e i Nobili Beccaria espulsi da Pavia ai quali si erano affiancali alcuni della parte dei Landi; per esso i contraenli si impegnavano a muovere con i loro armati contro Pavia per riollenerne il dominio, il che 1njoll1 s1 verrlicò nel susseguente 1359. Sembro però che questa alleanza finisse col pesare al Visconti poichè questi, con diplomo ducole doto il 17 moggio 1382 nel Castello di Pavia investiva .dei feudi di Romagnese e Zavattarello Luchino Dal Verme intestondo l'atto a favore di Jacopo figlio di questo e come il genitore altrettanto volente capitano d ventura Tole concessione voleva essere testimonianza di gratiludine verso il Dal Verme che o Gian Galeazzo avevo resi segnali servigi impadronendosi di Vigevano, Mortara, Garlasco, Casteggio, Nibiolo, Fortunago, S. Antonio e Borgo Priolo, e debellando del lullo la fazione dei Beccaria.
Spentosi Luigi combattendo il 4 luglio 1449 all'assedio di Monza, Zavattarello passò al Conte Pielro Dal Verme che di questo possesso ebbe amplissima conferma dal Duca Francesco Sforza con Diploma del 25 settembre 1451.
Nel 1743, in seguito al Trotlolo di W orms sl1pulato Ira Maria Teresa d'Austria, I' Inghilterra e il Re di Sardegna, la zona alta della Val T1done e quindi onche Zovottarello passò al dominio di Carlo Emanuele Il di Savoia. Ta le cessione fu confermala nel 1748 dal Tralla to d1 Aquisgrana ed anche dopc la parenlesi storica francese (1796-1814) l'alra Val Tidone fu del Piemonte.
E' opportuno precisare in proposito che il 27 febbraio 1925, allorchè venne indetto un referendum fra gli elettori politici dei Comuni di Zavottorello, Romagnese e Ruino per il ri torno alla provincia di Pavia, Zavattarello diede i seguenti risultati:
Elettori inscritti 697, presenti 621 , favorevoli 620, astenuti 1.
Il colle è alberato ad essenze forti ed assai ben tenuto è il Castello, ridotto a maniero, e co ronato tu ttora da merli ghibellini ; ha a le vonte lo po rla d' ingresso, pure archiacuta, in arenaria ed a settentrione ur. piccolo ponte leva to10 con catena.